N° 76

 

MARY, MARY

 

Di Carlo Monni

 

 

1.

 

 

La donna che entra in uno dei più famosi locali di lap dance della Grande Mela è del tipo che attira l’attenzione: lunghi capelli neri e scarmigliati, fisico da urlo, guepiere nera, calze nere a rete e giubbotto di pelle rossa, come i guanti e gli stivali.

            Sono molti gli sguardi che si volgono verso di lei nel locale e molti di coloro che la fissano si sentono ribollire il sangue e presto si rendono conto che non è solo una metafora.

            La donna si guarda intorno e sorride.

-È bello vedere che certe cose non cambiano mai.- mormora fra sé e sé.

            Un paio di buttafuori del locale le si avvicinano con aria poco benevola.

-Chi sei, pupa, come hai fatto a entrare?- chiede uno.

-Pupa?- ribatte lei -Sei un tipo retrò forse? Come sono entrata? Il tuo amico all’entrata mi ha fatto passare. Gli uomini non riescono a resistermi sapete? Nemmeno voi potete, vero? Non volete farmi del male ma anzi fareste tutto quello che vi chiedo, vero?-

            L’espressione instupidita dei due è una chiara risposta. Ridacchiando la ragazza passa oltre loro e punta il dito verso un palco e questo prende fuoco seguito subito dopo da un altro.

            Mentre gli avventori ed il personale del locale fuggono disordinatamente in preda al panico, la donna ride in preda ad una gioia solo sua.

-Ditelo a tutti!- esclama -Ditelo che Typhoid Mary è tornata!-

 

Una dura giornata di lavoro al consultorio legale gratuito che ho aperto a Hell’s Kitchen è finita finalmente. Mi preparo ad una serata in compagnia della mia donna, Natasha Romanoff quando il mio olfatto supersensibile coglie odore di bruciato e il mio superudito il crepitare di fiamme e urla di paura e di dolore.

            Non ho molta scelta: Matt Murdock l’avvocato cieco deve lasciare il passo a Devil, l’avventuriero mascherato. Mi bastano pochi minuti per indossare il mio costume rosso e lanciarmi nell’aria appeso al cavo del mio fidato bastone.

            Sono a nato Hell’s Kitchen e ne conosco ogni angolo e forse anche ogni abitante dai vecchi residenti di origine irlandese e polacca sino ai nuovi rampanti e benestanti che non sanno nemmeno com’era una volta il quartiere in cui abitano e nemmeno gli importa. Riconosco subito il palazzo avvolto dalle fiamme come la sede di un noto sex club. All’odore acre del fumo e delle fiamme si mescolano quelli di profumi da quattro soldi, della paura… è un altro odore che riconosco solo dopo un po’: quello di una donna che speravo di non incontrare mai più.

            Sento che alza lo sguardo su di me e la sua voce che dice in tono sprezzante e divertito:

-Toh… guarda chi è arrivato… sei felice di vedermi tesoro?-

-Mary?- esclamo sorpreso.

-Mary non è qui al momento, amore, c’è solo la cara, calda, Typhoid, non sono meglio io di quella sciacquetta timida?-

            Proprio ciò di cui avevo bisogno: una psicopatica dalla personalità multipla con una fissazione per me. Speravo si fosse rimessa in sesto, ma sbagliavo. È una pirocineta, deve essere stata lei a far scoppiare l’incendio, difficile dire perché: magari per noia o forse l’ha pagata qualcuno. Di una cosa sono certo: è rimasta in zona per me.

-Mi sei davvero mancato, tesoro.- mi dice avanzando verso di me -Io ti sono mancata? Sii sincero.-

            Non riesco a rispondere: sono preso di mira da oggetti che fluttuano verso di me. Riesco ad evitarli facilmente ma sono tanti e confondono il mio senso radar, non riesco a mettere a fuoco. Improvvisamente il cavo che mi sostiene s’infiamma ed io cado al suolo. Riesco ad attutire l’impatto ma rimango senza fiato. La sento avvicinarsi.

-Che cosa carina averti ai miei piedi ancora una volta.- dice.

            Sento un calcio arrivarmi nelle costole ed un tacco appuntito premere sulla mia spina dorsale.

            Improvvisamente odo una voce ben nota, la voce di un’altra donna:

-Lascialo stare!-

            È arrivata la cavalleria.

 

Quando Natasha Romanoff ha sentito alla radio dell’incendio a Hell’s Kitchen e dello scontro tra Devil e una donna non identificata, ha capito che le sue speranze di una serata tranquilla con Matt Murdock erano, per così dire, andate a farsi benedire. Non che ci siano mai molte serate tranquille per quelli come lei e Matt.

            È già in zona e non ha che una decisione da prendere.

-Ivan...- comincia a dire.

-Già fatto, zarina.- risponde il suo mentore, ora in veste di autista, accostando la Rolls Royce mentre Natasha indossa il suo costume da Vedova Nera

            Solo pochi minuti e l’ex spia russa scende dall’auto e fa scattare il cavo sottilissimo inserito nel suo bracciale destro, lo aggancia ad un vicino lampione e scatta verso l’alto.

            Non può sentire Ivan che sussurra:

-Non farti ammazzare, piccola.-

            Bastano un paio di minuti per arrivare sul luogo e vedere Devil a terra e una donna in costume che sta apparentemente infierendo su di lui.

-Lascialo stare!- esclama.

            La donna si volge verso di lei con apparente calma e sorridendo si rivolge al caduto Devil dicendo:

-E così sei passato dalle bionde slavate alle rosse. Interessante.-

            Punta il dito contro di lei e la Vedova Nera si vede bersagliata da un cestino per la carta straccia che le vola contro.

            Natasha lo evita con un salto acrobatico e con una capriola atterra sui piedi.

-Ti conosco.- dice, rivolta all’avversaria -Tu sei Typhoid Mary.-

-Preferisco semplicemente Typhoid, se non ti dispiace.- replica lei.

            Un cerchio di fuoco erutta improvvisamente intorno a Natasha che, senza esitare, aggancia un lampione e con un balzo si proietta contro Typhoid sferrandole un calcio.

-Sarai anche in gamba ad incantare gli uomini ma io sono di pasta diversa.- dice.

-Questo è da vedersi.- replica Typhoid.

            Da lontano si odono le sirene dei Vigili del Fuoco farsi sempre più vicine.

-Pare che il tempo stia scadendo.- dice Typhoid.

            Una vampata erutta separandola da Devil e la Vedova Nera.

-Ci rivediamo presto.- promette mentre le fiamme si levano sempre più alte.

            Quando le fiamme sono domate lei è scomparsa lasciando la Vedova Nera e Devil con molte domande senza risposta.

 

 

2.

 

 

Mary si sveglia con un gran mal di testa ed un saporaccio in bocca. Non è la prima volta che le capita e di solito significa che una delle altre è uscita e ha preso il controllo. Ma quale: la pazza scatenata, la psicopatica assassina o la piccola rosa innocente? No, lei no, lei non lascia mai sensazioni sgradevoli al risveglio.

            L’aroma del caffè che viene dalla cucina è il segno che sua sorella si è svegliata prima di lei e come al solito sta preparando la colazione per entrambe. Nellie è la sola ancora di salvezza nella sua vita così fragile, è stata così fortunata ad averla ritrovata dopo tanti anni, è grazie a lei che la sua vita è tornata stabile… o almeno questo è ciò che Mary credeva sino a stanotte.

            Si alza dal letto ed in camicia da notte entra in cucina dove Nellie la accoglie con un largo sorriso:

-Ben alzata pigrona, credevo che non ti saresti svegliata sino all’ora di pranzo. Vuoi un buon caffè forte?-

            Mary prende la tazza fumante e si porta il liquido caldo alle labbra.

-Nellie…- chiede infine -Ieri notte sono uscita?-

            L’espressione che vede sul volto di Helen Walker è per lei più evidente di ogni parola.

-A dire la verità, non sei nemmeno rientrata a casa per cena.- risponde sua sorella –E non ti ho sentita rientrare affatto. A notte fonda mi sono svegliata e sono venuta a controllare: tu eri nuda sul letto immersa in un sonno profondo.-

-È accaduto di nuovo!- esclama Mary tremando -Ma perché adesso dopo tanto tempo?-

            Non c’è risposta alla sua domanda, poi il suo sguardo cade sul televisore. Freneticamente aziona il telecomando alzando il volume.

<<… incendio scoppiato in un locale di Clinton. La responsabile pare essere una donna con superpoteri che poi si è battuta con Devil e la Vedova Nera…>>

-Oh no!- esclama, sconvolta, Mary -No, no!-

 

            Un incendio in un noto locale di lap dance riesce ancora a fare  notizia di questi tempi specie quando il responsabile potrebbe essere una supercriminale di cui non si sentiva parlare da tempo.

La Capo Redattrice della Cronaca Cittadina, Kathryn Cushing, mi fissa da oltre i suoi occhiali e mi dice:

-Vedi che puoi tirarci fuori, Nelson.-

Veramente sono ancora impegnata con l’inchiesta sulla morte di Bill Hao.- replico.

-Sono certa che puoi trovare una mezz’oretta del tuo preziosissimo tempo per scrivere un pezzo su questa sciocchezza, non è vero?-

                Che posso rispondere? Solo una cosa:

-Ma certo: mi metto subito al lavoro.-

                Torno alla mia scrivania e rifletto: in realtà la mia inchiesta sulla morte di Bill Hao è ad un punto morto. Questo perché io sono una delle poche persone a sapere che il Procuratore Distrettuale ha finto la propria morte in una complessa operazione per sgominare un’organizzazione che si fa chiamare Consorzio Ombra. Mi hanno promesso l’esclusiva per quando l’inchiesta sarà finita. [1]

Nel frattempo posso anche occuparmi del ritorno sulle scene di questa tizia. Da quel che so di lei, ha lavorato per Kingpin e si dice che abbia quasi ammazzato Devil una volta.[2] Dopo di allora le notizie si fanno scarse. Vediamo se il web può essere utile. Ah, ah, ecco qualcosa che è capace di stuzzicare la curiosità della vostra Candace Nelson, reporter d’assalto.

Sembra che non sarà una cosa noiosa dopotutto.

 

L’uomo sorseggia un caffè ascoltando distrattamente il notiziario del mattino poi la sua attenzione è attirata dalla notizia dell’incendio.

Sorride soddisfatto: la sciarada è cominciata e se tutto andrà come previsto, Devil sarà sistemato molto presto.

 

 

3.

 

 

 

Gli odori tipici della colazione svegliano me e Natasha, segno che la cameriera portoricana della mia attuale compagna è appena arrivata per il suo turno mattutino. Indossiamo entrambi una vestaglia e raggiungiamo la cucina dove Ivan sta sorseggiando il suo solito caffè nero bollente. Natasha mi aiuta a sedermi. Non è il caso che anche Maria Delgado scopra la mia identità segreta. È una brava donna ma non ha bisogno di caricarsi anche di questo fardello.

-Buen dia, señora Natasha, señor Matt. Spero che abbiate passato una buona nottata.- ci saluta.

-Abbiamo fatto del nostro meglio, Maria, grazie.- risponde serafica Natasha.

            A volte penso che Tasha faccia simili uscite solo per testare quanto sono capace di arrossire o quanto riesce a scandalizzarsi Maria. Sento il suo battito fare un salto e che Ivan si sta quasi strozzando col caffè.

            Natasha fa una risatina e cambia argomento:

-Come sta tuo figlio Carlos?- le chiede - un po’ che non lo sento.-
-Tornerà a casa la prossima settimana. Si è appena laureato. Non ce l’avrebbe fatta senza il suo aiuto, señor
a.-

-Non ho fatto molto a dire il vero.- si schermisce Natasha -È lui che ha ottenuto la borsa di studio per i veterani, io ho solo segnalato il suo nome.-

-In cosa si è laureato?- chiedo.

-In Legge come lei, señor Matt.-

-Uhm… mandalo da me. Potrebbe farci comodo un giovanotto di talento.-

-Io… non posso…-

-Sciocchezze.-

            Il suono del campanello richiama l’attenzione di Maria che va a rispondere e poco dopo ritorna dicendo:

-C’è una poliziotta all’ingresso che vuol parlare con lei, señora.-

-Con me?- esclama Natasha un po’ stupita -Che può volere?-

-Direi che c’è un solo modo per saperlo.- replico.

-Giusto. Falla salire, Maria, ma falla aspettare quanto basta perché io e Matt ci si renda presentabili.-

            Quindici minuti dopo fa il suo ingresso una giovane donna che non perde tempo a sfoderare il suo distintivo e presentarsi:

-Detective di Secondo Grado Juliet Steen, Distretto di Midtown Nord.-

-Felice di conoscerla.- risponde Natasha stringendole la mano -Immagino lei conosca, almeno di fama, l’avvocato Matt Murdock.-

-Certo: è piuttosto famoso. Ci siamo anche incrociati una volta o due ma dubito che si sia mai accorto di me… cioè… voglio dire…-

-Si rilassi, Detective.- replico con un sorriso -Non deve sentirsi a disagio perché sono cieco, sono abituato a questo genere di cose. Piuttosto ci dica perché è venuta fin qui per parlare con Natasha.-

-Beh… suppongo di poterne parlare anche a lei. Riguarda una donna che lei, miss Romanov, ha affrontato ieri sera assieme a Devil. La chiamano Typhoid.-

 

            La Dottoressa Ashley Kafka mi riceve nel suo studio. È affabile e gentile ma capisco al volo che ha un carattere d’acciaio. Suppongo sia indispensabile se si dirige un istituto come il Ravencroft specializzato nel trattamento di supercriminali psichicamente insani, ovvero pazzi come cavalli.

-In cosa posso esserle utile, Miss Nelson?- mi chiede.

-Vorrei notizie su una donna che è stata brevemente sua paziente. La chiamano Typhoid Mary.-

                La Kafka s’irrigidisce e si porta le mani conserte alle labbra. Alla fine dice:

-Lei capisce, Miss Nelson, che non posso violare il rapporto confidenziale tra dottore e paziente.-

                Sospiro. Mi aspettavo una risposta simile e ribatto:

-Non le chiedo questo ma di confermarmi quello che è già di pubblico dominio. Ci sono un po’ di notizie che ho ricavato da internet.-

-Roba che doveva restare segreta.- replica la dottoressa -Va bene, chieda pure: risponderò come potrò.-

-La prima domanda è: chi è Typhoid Mary?-

-Cosa ne sa del disturbo dissociativo dell’identità?- mi chiede lei a sua volta.

-Il disturbo da personalità multipla? Quello che ne sanno tutti, immagino. È stato reso popolare da un po’ di opere di fiction… e naturalmente dall’ammalato più famoso: Bruce Banner, l’Incredibile Hulk.-

-Mary Walker, questo è il suo nome a quanto ne sappiamo, soffre della stessa sindrome e sinora ha quattro personalità accertate che si sono date diversi nomi: l’Innocente Mary, Typhoid Mary, Bloody Mary e Walker.-

-Ha detto: “personalità accertate”, teme che ce ne siano altre?-

-Quando si è di fronte ad una psiche fratturata, è un’eventualità che non si può trascurare.-

                Decisamente inquietante.

 

            Il nome pronunciato dalla Detective Steen aleggia ancora nell’aria e senza accorgermene mi ritrovo a mormorare:

-Mary.- poi mi rivolgo alla Detective -Perché se ne interessa?- chiedo

-Le do la caccia da un paio d’anni, da quando le sue azioni provocarono la morte del mio partner e di una donna innocente, ma purtroppo mi è sempre sfuggita finché non è ricomparsa ieri. Che sapete di lei?-

-Non molto.- ammette Natasha.

-Da quello che so di lei, soffre di quello che psichiatri e psicanalisti chiamano disturbo dissociativo dell'identità. In parole povere in lei convivono almeno quattro distinte personalità.- intervengo.

-Come il povero Bruce Banner, Hulk, solo che nel suo caso le personalità si manifestano con differenti aspetti fisici.- puntualizza Natasha.

-La stessa cosa che è accaduta a Mary Walker, così dicono i medici che ho interpellato.- conferma Steen -Da quanto risulta dagli esami, le sue personalità hanno ciascuna differenti parametri vitali: frequenza del battito cardiaco, ritmo del respiro, perfino l’odore corporeo sono diversi.-

            Lo so molto bene: nonostante i miei supersensi quando ci siamo scontrati le prime volte non ero in grado di capire che Typhoid e Mary erano la stessa persona.

-Conoscete la sua storia?-

-Non quanto vorrei.- ammetto a malincuore -Quando l’ho conosciuta, anni fa, ignoravo i suoi problemi.-

-Chi delle quattro?- chiede Steen.

-Usava il nome Mary Mallon e faceva la terapista in un istituto per ciechi.-

-L’innocente Mary, noi la chiamiamo così. Spesso le sue altre personalità più violente la usano come esca inconsapevole.-

            So qualcosa anche di questo e sono ricordi dolorosi.

-Ci stava parlando della sua storia.- dico cercando di scacciare quelle memorie.

-Sì. Vi avverto: non sarà una storia piacevole-.

            La cosa non mi sorprende

 

 

4.

 

 

            Mary esce di casa ancora sconvolta Sperava di essere libera, che fosse finita per sempre ma doveva saperlo che non poteva essere possibile. Loro non la lasceranno mai libera, mai

-Devi tener duro, Mary.- le dice sua sorella -Ce l’hai fatta finora e puoi ancora farcela.-

            Se solo potesse crederci, se potesse essere fiduciosa e ottimista come Helen, la sua ancora di salvezza. Senza di lei sarebbe davvero perduta.

 

            La dottoressa Kafka prende fiato poi comincia a parlare:

-Mary Walker ha alle spalle una lunga storia di abusi familiari, ma un giorno avvenne qualcosa che fu la classica goccia che fa traboccare il vaso. Aveva 14 anni circa e stava tornando a casa da scuola quando fu rapita da uno psicopatico di nome Stephen Marsh che la stuprò e seviziò per giorni. Il trauma provocò la prima frattura nella sua psiche e contemporaneamente l’emergere dei suoi poteri mutanti. Mary Walker lasciò il posto a Typhoid Mary che usò i suoi poteri telecinetici per stordire Marsh e fuggire. Non lo uccise e il suo rapitore finì in carcere per anni.[3] Nessuno sospettò cosa fosse realmente successo a Mary e per un po’ sembrò tutto normale.-

-Ma non lo era.-

-No. Quel che le è accaduto dopo non è chiaro. I suoi genitori morirono in un incendio e lei fu affidata ai servizi sociali e a questo punto se ne perdono le tracce.-

                Già. Tutto quello che sono riuscita a trovare al riguardo è qualcosa su un fantomatico Istituto Metzenger nel Texas ma per saperne di più avrei dovuto violare dei file criptati della Sicurezza Nazionale e non mi è sembrato il caso, almeno al momento.

-Ognuna delle personalità ha un suo potere specifico: Mary è innocente ed ingenua e la gente tende a fidarsi di lei, forse una blanda ed inconscia forma di controllo telepatico. Typhoid ha costantemente una febbre leggera, è disinibita sessualmente, può scatenare i più bassi istinti di chi le sta intorno ed è una pirocineta e telecineta di basso livello. Bloody Mary odia gli uomini e vorrebbe sterminarli tutti, ha gli stessi poteri di Typhoid ma su scala più ampia e infine c’è Walker, fredda, razionale e calcolatrice, apparentemente senza poteri.-

                Un quadro decisamente fosco.

 

                La Detective Steen continua il suo racconto.

-Cosa sia accaduto a Mary Walker non è affatto chiaro. Per anni di lei si perde ogni traccia.-

            Perché finì nelle grinfie di una frangia deviata dei servizi segreti che fecero esperimenti su di lei aggravando le sue già precarie condizioni psichiche, ma non posso dirlo alla detective senza rivelare come l’ho saputo, ovvero nei panni di Devil. Steen continua:

-Mary Walker ricompare improvvisamente a New York e comincia una carriera di attrice a Broadway che interrompe improvvisamente. Stando a certi rapporti, sarebbe finita a fare la prostituta in un bordello clandestino di Hell’s Kitchen col nome di Lyla Hughes ma non c’è certezza di questo.-

            Ricordo quella ragazza, sono stato io a spingerla fuori da una finestra quasi uccidendola in un insano tentativo di vendetta contro l’uomo che aveva ordinato l’omicidio di mio padre.[4] Anni dopo Typhoid affermò di essere stata quella ragazza,[5] ma non sono mai stato sicuro che dicesse la verità.

-Ancora una volta se ne perdono le tracce.- prosegue Steen -Riappare anni dopo e la sua psiche appare ancor più fratturata: Mary Walker apparentemente non esiste più ed oltre a Typhoid, , si fanno vedere: l’Innocente Mary e Bloody Mary, Queste personalità si sono scontrate ripetutamente con Devil, Ghost e altri. Sono state catturate, e sono evase a più riprese per poi far perdere le loro tracce… almeno sino ad un paio di anni fa. Io e il mio partner di allora, Clark, eravamo di rinforzo alla Buoncostume in un’operazione contro un bordello di Midtown. Saltò fuori che la piccola Mary era stata forzata a fare la prostituta proprio lì e che Typhoid e Bloody Mary avevano deciso di proteggerla quando un cliente psicopatico aveva tentato di ucciderla. Quando irrompemmo nel bordello trovammo un vero macello e lei era là, in mezzo, nuda, coperta di sangue, seduta che beveva placidamente vino da un bicchiere scheggiato tenendo le gambe accavallate come se fosse la cosa più naturale del mondo. Una scena che non dimenticherò mai. Per pura coincidenza, il mattino dopo Stephen Marsh, il violentatore di Mary Walker, uscito da poco di prigione, rapì una donna di nome Sara Reginalds e sua figlia Priscilla.[6] Pensammo di usare Typhoid per stanarlo e in effetti lei ci portò da lui, ma lo aveva fatto per poter avere la sua vendetta per quello che le aveva fatto. Lo uccise e incendiò il palazzo dov’era il suo rifugio. Io riuscii a portare in salvo la piccola Priscilla ma Clark e Sara morirono nell’incendio. A Typhoid non importava nulla di loro.-[7]

            C’è dell’altro, lo sento ma evidentemente Steen non è pronta a rivelarcelo. Prende un lungo respiro e riprende a parlare:

-Qualche settimana dopo scoprii che una certa M. Walker era stata assunta come insegnante di teatro in una piccola accademia, ma quando ci arrivai, lei era già scomparsa.-

-La incontrai per caso proprio in quel periodo.- mi decido, infine a dire -Mi disse, più o meno, che la sua psicosi era sotto controllo, che era di nuovo integra. Ce l’aveva fatta anche grazie all’aiuto della sorella. Purtroppo non ho potuto approfondire perché subito dopo scomparve.-[8]

-Le ha detto che viveva con la sorella?- nella voce di Juliet Steen c’è un tono strano.

-Esatto. Helen, se non ricordo male.-

-Non è possibile!- afferma con decisione la detective -Mary Walker era figlia unica, non ha mai avuto sorelle.-

 

 

5.

 

 

            Walker osserva l’edificio davanti a lei e si dirige a passo svelto verso l’entrata. Inutile attendere oltre. Quel che c’è da fare adesso è un lavoro adatto alla piccola, innocente, Mary. Il suo ultimo atto prima di varcare la soglia è un sorriso divertito.

-Mi scusi…-

            Il portiere alza gli occhi e si trova davanti una ragazza dai capelli neri e lo sguardo da cerbiatto ferito, quel tipo di sguardo che scatenerebbe istinti paterni anche nel peggiore dei peccatori.

-In cosa posso esserle utile, Miss?- chiede col tono più gentile che ha.

-Io… sto cercando Matt Murdock. Mi hanno detto che è qui.-

-L’avvocato Murdock, certo. È nell’attico di Miss Romanoff. Chi devo annunciare?-

-Tu non annuncerai proprio nessuno, schifoso verme.-

            Una mano ferma afferra il portiere per la gola sollevandolo di qualche centimetro da terra.

            A stringere una donna che veste gli stessi abiti della ragazza bruna, ma non può essere lei: la sua voce è dura e cattiva, i capelli scarmigliati e gli occhi hanno una luce di follia.

            Il portiere si ritrova scaraventato contro un muro e poco prima di perdere i sensi sente la voce della donna dire:

-Ringrazia il cielo che non ho il tempo di ammazzarti, porco.-

            A grandi passi la donna si dirige verso gli ascensori e man mano che avanza si libera dei vestiti. Quando entra in ascensore è nuda e dice una sola parola:

-Attico.-

            E le porte si chiudono.

 

            Sono un reporter di un grande quotidiano cittadino. Si calcola che almeno cinque milioni di persone ogni giorno leggano i miei articoli sull’edizione cartacea del Daily Bugle ed altri due milioni su quella online, una bella responsabilità per il vostro Benjamin Urich.

            Di recente mi sono messo nei guai, cosa che mi capita molto spesso a dire il vero: ho stuzzicato la Mafia Russa su una questione di traffico di donne. Sarei morto se due vecchi amici non mi avessero salvato le chiappe.[9] Nulla di strano che il mio capo mi chieda:

-Se vuoi rinunciare ti capirò, Ben.-

            Sospiro e replico:

-Mi sono mai fatto intimidire, Robbie? No, non rispondere: lo so di averlo fatto in passato ma è per questo che non voglio farlo ancora.-

-Non voglio venire al tuo funerale, Ben.- ribatte Joseph “Robbie” Robertson.

            Nemmeno io ci tengo, se è per quello.

 

            Il mio superudito coglie un rumore che arriva dall’ascensore. Rumore di metallo che si accartoccia e un battito cardiaco che mi sembra familiare.

            Sento che Natasha ha capito il mio disagio, sa che ho percepito qualcosa di strano ma prima che lei od io possiamo fare qualcosa le porte dell’ascensore si accartocciano e si ode una voce di donna:

-Murdock, dov’è quel verme?-

            Una donna avanza verso di noi, ha una specie di elmetto in testa ed è rivestita di una sorta di armatura.

-Bloody Mary!- esclama la Detective Steen.

-E tu chi saresti?- chiede la nuova arrivata. -Ti conosco?-

-Tu hai ucciso il mio partner!-

-Ma certo, ora mi ricordo: sei la poliziotta che cercava Marsh. Non sono stata io, è stata Typhoid a uccidere il tuo amico. E comunque di che ti lamenti? Era solo un maschio, dopotutto.-

            Sento che Steen sta per sparare ma la pistola le esplode in mano e lei urla.

            Bloody Mary si volge verso di me e posso sentire come una cosa fisica l’intensità del suo sguardo.

-Cercavo te, Murdock… per ucciderti.- dice con calma glaciale.

            Punta un dito verso di me e mi sento sollevare come se fossi senza peso.

            La sua voce, il battito, l’odore, mutano improvvisamente.

-Mi dispiace Matt, davvero.- è Mary.

-In fondo dispiace anche a me, tesoro.- Typhoid.

-Ma gli affari sono affari.- questa non la conosco, è una voce fredda, priva di emozioni, che sia Walker?

-Bene, avete avuto il vostro momento e come al solito, tocca a me concludere.

            Bloody Mary ha ripreso il controllo e usa la sua telecinesi contro di me. Mi sento spingere oltre la terrazza, nel vuoto.

-Matt!- urla Natasha.

            Poi Bloody Mary lascia la presa e comincio a cadere.

 

 

CONTINUA

 

 

NOTE DELL’AUTORE

 

 

            Fine di un numero molto concentrato senza le solite sottotrame o quasi. Non c’è molto da dire se non che:

1)            Typhoid Mary è un personaggio creato da Ann Nocenti & John Romita Jr. su Daredevil Vol. 1° #254 datato maggio 1988. Ann Nocenti ha creato anche le altre sue personalità e precisamente Bloody Mary su Marvel Comics Presents Vol. 1° #150 e Walker su Marvel Comics Presents Vol. 1° #151 datati rispettivamente marzo e aprile 1994 con i disegni di Steve Lightle.

2)            Che Mary Walker sia stata violentata a 14 anni da un maniaco di nome Stephen Marsh è un’aggiunta del nostro Xel aka Joji da Lethal Honey #8/11.

3)            Helen Walker è una creazione originale di Lucky su Lethal Honey #14.

Nel prossimo episodio: uno scontro all’ultimo sangue tra Devil, la Vedova Nera e le quattro diverse incarnazioni di Mary Walker, il segreto di Helen Walker e le nostre solite sottotrame.

Un consiglio da amico: non mancate.

 

 

Carlo



[1]Lo dovreste sapere se avete letto gli ultimi episodi di questa serie. Se non lo avete fatto, vergogna! -_^

[2] Su Daredevil Vol. 1° #260 (in Italia su Fantastici Quattro, Star Comics #74).

[3] Come rivelato in Lethal Honey #11.

[4] Su Daredevil, the Man without Fear # 2 (In Italia su Marvel Magazine #1).

[5] Daredevil/Deadpool 97 (In Italia su Marvel Crossover #24).

[6] Su Lethal Honey #8.

[7] Narrato sempre in Lethal Honey #11.

[8] Visto in Lethal Honey #14.

[9] Nello scorso episodio.